Poeta e critico inglese. Di famiglia borghese,
compì gli studi universitari a Oxford, dove si legò d'amicizia con
alcuni coetanei, quali C. Day Lewis, L. MacNeice, C. Isherwood, che si riunivano
intorno al caposcuola W.H. Auden; insieme a costoro diede vita a una corrente
poetica che teorizzava l'abbandono dell'estetismo e dell'intellettualismo nella
poesia a favore di un concreto impegno sociale e umano. Infatti, gli esponenti
di tale movimento (che venne poi detto dei
Thirties o Trentisti, in
quanto i poeti che ne fecero parte si segnalarono alla critica nel decennio fra
il 1930 e il 1939) affrontarono nelle loro opere soprattutto argomenti e
problemi politico-sociali, schierandosi su posizioni nettamente progressiste.
Come i compagni, anche
S. all'inizio della sua carriera assunse un deciso
orientamento politico aderendo al Partito comunista: nelle sue prime opere in
versi, fra cui
Venti poesie (1930) e
Poesie (1933), è quasi
assente la lirica amorosa e sensuale, mentre abbondano immagini tratte dallo
squallore dei bassifondi e denunce delle ingiustizie sociali, volte a
testimoniare la crisi della civiltà industriale. L'impegno politico di
S. giunse al suo culmine negli anni fra il 1934 e il 1939, durante i
quali compose il poemetto
Vienna (1934), aspra critica dell'eccidio dei
socialisti perpetrato nel febbraio 1934 da E. Dollfuss, saggi letterari e di
costume pubblicati con il titolo
L'elemento distruttivo (1935), il dramma
La prova di un giudice (1938) e le raccolte poetiche
Poesie dalla
Spagna e
Il centro quieto (1939), vivida testimonianza della sua
partecipazione, a fianco dei repubblicani, alla guerra civile spagnola. Negli
anni 1939-41 diresse la rivista “Horizon”; a questo tormentato
periodo risalgono il romanzo
Il figlio ritardato (1940), e le raccolte
Rovine e visioni (1942) e
Il margine dell'esistenza (1949). Dopo
la fine della guerra, per contro,
S. iniziò ad allontanarsi in
misura sempre maggiore dall'impegno politico e dalle posizioni marxiste:
documenti di tale crisi sono il suo intervento nel volume
Il Dio che
fallì, curato nel 1950 da R.H.S. Grossman, l'autobiografia
Un
mondo nel mondo (1951), nonché le raccolte di saggi
Testimonianze
sul comunismo (1950) e
L'elemento creativo (1953). Il distacco
dall'esperienza di “collettivismo artistico-politico” che aveva
contrassegnato l'esperienza dei
Thirties indusse
S. ad accentuare
l'indagine sulla conflittualità interiore, connotando in senso
individualistico la sua produzione poetica e letteraria. Tuttavia, proprio
nell'individualismo, un tempo fieramente ricusato,
S. trovò la
forma di espressione più consona al suo pensiero, come attestano le
numerose opere successive, fra le quali sono da annoverare le raccolte di
liriche
Iscrizioni (1959),
Poesie scelte (1964),
I giorni
generosi (1971),
Poesie raccolte 1930-1985 (1985); i volumi di saggi
La creazione di una poesia (1955),
Moderni o contemporanei?
(1963),
L'anno dei giovani ribelli (1969), dedicato alla rivolta
studentesca del 1968. Dal 1953 al 1967 direttore della rivista britannica
“Encounter”, nel 1970 fu nominato professore di Letteratura inglese
nell'University College di Londra e nel 1972 fondò il periodico
“Index”, destinato a ospitare scritti di autori stranieri censurati
nei loro Paesi. Inoltre, nei medesimi anni intraprese numerosi viaggi, per
motivi ufficiali e culturali, negli Stati Uniti; da tali esperienze trasse
materiale e ispirazione per i saggi letterari
Concisa enciclopedia dei poeti
e della poesia inglese e americana (1970) e
Relazioni d'amore-odio. Uno
studio sulla sensibilità anglo-americana (1972). Critico acuto e
interprete sensibile dei mutamenti critici della società moderna,
S.
alternò nella sua produzione denuncia sociale, ideali umanitari e
intima riflessione personale. Testimone partecipe di un'importante stagione
letteraria inglese ed europea,
S. descrisse la propria esperienza nella
spregiudicata autobiografia
Il tempio (1988) (Londra 1909-1995).